di Mirco Tonin
Si parla molto in questo periodo di conflitti all’interno della nostra società riguardo alle misure contro la pandemia. Vi sono manifestazioni e ricorsi legali contro le vaccinazioni e contro il Green Pass e si è data forte rilevanza alla struttura alberghiera che si rifiutava di applicare le norme sull’utilizzo delle mascherine.
Si tratta di azioni di sparute minoranze che, nella maggior parte dei casi, ritengono egoisticamente di non dover contribuire ad affrontare la crisi scatenata dal virus, lasciando l’onere alle persone che agiscono sulla base della migliore evidenza al momento disponibile, che fortunatamente rappresentano la parte preponderante della comunità.
Questi comportamenti minoritari, con l’eccessiva attenzione mediatica che ricevono, sono però potenzialmente molto pericolosi in quanto anch’essi, come il virus, sono contagiosi. Questo è quanto emerge, in un contesto molto diverso, da uno studio appena apparso a firma di Giorgio Gulino, ricercatore con base a Barcellona, e Federico Masera, dell’università del New South Wales.
I due economisti hanno studiato i dati di supermercati situati nelle provincie di Modena e Ferrara, guardando in particolare ai sistemi in cui i clienti scannerizzano i codici a barre dei prodotti che aggiungono al carrello, per poi pagare rapidamente consegnando il piccolo terminale alla cassa.
Questi sistemi, basati sulla fiducia, sono soggetti a dei controlli, per cui in alcuni casi i prodotti vengono comunque passati anche alla cassa, verificando dunque se quanto conteggiato autonomamente dal cliente corrisponda al contenuto del carrello.
La ricerca mostra come nei giorni in cui emergono scandali che riguardano amministratori locali, quali episodi di corruzione o altre malversazioni, nei supermercati situati nelle zone coinvolte aumentino in maniera significativa i casi in cui, in occasione dei controlli, vi è una discrepanza a favore dei clienti. Nulla cambia invece per le discrepanze a sfavore dei clienti o nelle zone in cui non sono stati riportati scandali dai giornali locali. L’effetto persiste per vari giorni ed è presente solo per i clienti che, sulla base dell’attività lavorativa o dell’età, presumibilmente sono anche contribuenti e che, di conseguenza, possono considerare in maniera particolarmente negativa lo sperpero di denaro pubblico. Inoltre, l’effetto è più forte quando lo scandalo riceve maggiore prominenza nella cronaca locale.
Questo non implica, ovviamente, che i mezzi di informazione non debbano riportare i casi di corruzione o i comportamenti negazionisti nei confronti della pandemia. Mostra però come i comportamenti virtuosi siano potenzialmente fragili e vadano quindi protetti e coltivati, in quanto fondamento della convivenza civile
Pubblicato sul Corriere dell’Alto Adige il 1 settembre 2021