di Guglielmo Briscece, Nicola Lacetera, Mario Macis, Mirco Tonin
La maggior parte degli italiani si aspetta una proroga oltre il 3 aprile delle misure di isolamento sociale. È anche pronta a mantenere o aumentare gli sforzi. Ma se la data supera le previsioni di ciascuno cala la volontà di rispettare le restrizioni.
Misure efficaci se rispettate
L’epidemia di coronavirus ha colpito in modo particolarmente
drammatico l’Italia e sta costringendo l’intero paese ad attuare
rigorose misure di isolamento per rallentare il contagio. Molti altri
stati hanno adottato misure simili e una parte rilevante della
popolazione mondiale è soggetta a provvedimenti restrittivi. La loro
efficacia dipende dal rispetto delle restrizioni da parte dei cittadini,
che può essere influenzato da molti fattori: per esempio, la
consapevolezza del rischio, la chiarezza delle regole, le sanzioni in
caso di trasgressione, la fiducia nei confronti delle autorità pubbliche
e la rilevanza dei costi economici e psicologici di isolamento.
Un altro fattore chiave che può influire sull’adesione alle regole è
rappresentato dalle aspettative delle persone su quanto dureranno le
misure di isolamento, che possono a loro volta essere influenzate da
come queste sono attuate. Ad esempio, la Cina ha introdotto misure di
blocco “a oltranza”, senza quindi annunciare una data di fine delle
limitazioni, mentre l’Italia e altri paesi hanno adottato misure “a
tempo”, con una validità limitata, che può essere ovviamente prorogata.
Nei giorni tra il 18 e il 20 marzo abbiamo condotto un sondaggio in
collaborazione con Swg su un campione rappresentativo della popolazione
italiana di circa 900 persone su questi temi.
Consapevoli ma non sempre rispettosi delle regole
Quello che emerge è che la maggior parte delle persone è a conoscenza della data finora prevista per la durata in vigore delle misure di isolamento: il 3 aprile. Ma tra gli anziani (oltre i 60 anni) c’è maggior confusione, visto che circa un terzo indica una data sbagliata. E circa il 50 per cento degli intervistati non ha ancora adottato tutte le misure di distanziamento sociale raccomandate. Molti continuano, ad esempio, a incontrarsi con gli amici. Una semplice analisi rivela poi come le donne siano più propense a rispettare tutte le misure, mentre i giovani (under 40) lo sono di meno. Da un punto di vista geografico, invece, non emergono differenze sistematiche tra le regioni più colpite (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Marche) e il resto d’Italia, o tra la Lombardia e il resto d’Italia.
Proroga vista come inevitabile
Quasi tutti i nostri intervistati si aspettano che le misure di
isolamento continueranno oltre il 3 aprile. Tuttavia, le previsioni
circa la durata dell’estensione variano molto: il 43 per cento prevede
che saranno prorogate di alcune settimane, il 20 per cento di alcuni
mesi e il 34 per cento a tempo indeterminato (fino a quando necessario).
La popolazione anziana, in particolare, si aspetta che le misure
finiscano prima.
Abbiamo anche chiesto quali siano le intenzioni sul rispetto delle
misure di autoisolamento nel caso in cui queste vengano estese (i) di
alcune settimane, (ii) di alcuni mesi o (iii) a tempo indeterminato
(“fino a quando ritenuto necessario”). La maggior parte degli
intervistati intende continuare con l’autoisolamento, indipendentemente
dalla durata. Se ci sarà la proroga, poi, più persone sono propense ad
aumentare, più che a diminuire, i loro sforzi di autoisolamento.
Le aspettative influenzano i comportamenti
I risultati mostrano però che la propensione a rispettare le misure
dipende da come una eventuale proroga si colloca rispetto alle
aspettative individuali. Dinanzi a una “sorpresa negativa” (cioè a una
estensione più lunga del previsto), le persone sono meno disposte ad
aumentare i propri sforzi di isolamento.
Dallo studio emerge anche come gli intervistati che già adottano le
misure di autoisolamento indicate abbiano una maggiore propensione a
dichiarare che ridurrebbero il rispetto delle restrizioni in caso di
prolungamento più lungo del previsto. Ciò potrebbe suggerire un
“affaticamento da isolamento” e che gli sforzi delle persone più
rispettose non possono essere dati per scontati.
Alla luce dei risultati, appare quindi opportuno che le autorità
prendano in adeguata considerazione anche la gestione delle aspettative
del pubblico sulla durata delle misure restrittive, al fine di allargare
il più possibile il loro rispetto. Un’estensione lunga più di quanto ci
si aspetta potrebbe infatti ridurre la volontà delle persone di
conformarsi alle regole.
Maggiori dettagli sono disponibili nel paper “Compliance with COVID-19 social-distancing measures in Italy: The role of expectations and duration”.
Articolo apparso su LaVoce.info il 31 marzo 2020