di Mirco Tonin
La percezione del Trentino-Alto Adige è spesso di un territorio con una qualità della vita più alta, dei servizi meglio organizzati, una economia più prospera che nel resto d’Italia. Queste caratteristiche dovrebbero rendere la regione un magnete per giovani e meno giovani in cerca di opportunità. Paradossalmente, invece, molte aziende e organizzazioni pubbliche lamentano difficoltà a trovare personale, mettendo dunque in dubbio la reale capacità di richiamo del territorio. In questo periodo, inoltre, si discute sempre di più di «fuga dei giovani».
I fattori che portano le persone a spostarsi da un posto all’altro sono ovviamente molto complessi, ma anche limitandosi ai soli motivi economici non è poi così semplice determinare l’attrattività effettiva di una data regione. Bisogna innanzitutto distinguere tra redditi nominali e redditi reali, redditi cioè che tengono in considerazione le differenze spesso notevoli nel livello dei prezzi. Inoltre, è necessario differenziare tra dimensione individuale e familiare, visto che, ad esempio, vi sono notevoli disparità nelle opportunità di partecipazione al mercato del lavoro per le donne. Infine, bisogna tenere in considerazione la qualità di servizi come istruzione e sanità che contribuiscono in maniera fondamentale ad un buon tenore di vita e che, ancora una volta, non sono uniformi nel territorio nazionale.
Un recente lavoro di ricerca di Martina Menon, Federico Perali e Nicola Tommasi dell’Università di Verona, insieme a Ranjan Ray di Melbourne, cerca di tenere in considerazione tutti questi fattori e il ritratto che emerge è significativo. Mentre infatti il Trentino-Alto Adige si pone in cima alla classifica nazionale per quanto riguarda il reddito disponibile familiare, pochi euro al di sotto di Lombardia ed Emilia-Romagna, il discorso è ben diverso per quanto riguarda il reddito reale. A causa del costo della vita più caro tra le regioni d’Italia, la capacità di acquisto delle famiglie trentine e altoatesine certamente non spicca, posizionandosi anzi al di sotto di molte altre realtà territoriali. Il costo della vita più alto non è dovuto solo alla casa. In regione, infatti, i costi sono tra i più elevati della penisola per quasi tutte le categorie, dal vestiario ai trasporti, passando per tempo libero e salute. Anche quando si tiene conto della qualità dei servizi, la regione rimane comunque al di sotto della maggior parte delle regioni del Nord Italia in termini di capacità di acquisto.
Alla luce di questi risultati, la ridotta capacità di attrazione è tutt’altro che un paradosso e per essere contrastata necessita di specifiche politiche sia sul lato dei redditi che dei prezzi.
Pubblicato sul Corriere dell’Alto Adige del 14 febbraio 2020