di Mirco Tonin
Momenti di crisi come quello legato al Coronavirus mettono in forte evidenza pregi e difetti delle persone, e in particolar modo di quelli che hanno la responsabilità di gestire una situazione inaspettata e oggettivamente difficile. Commettere errori in un contesto caratterizzato da altissima incertezza e con sviluppi molto rapidi è purtroppo inevitabile. Gestire la risposta di sistemi complessi come sono le nostre società a uno shock di queste dimensioni è una impresa che mette a dura prova anche le persone più competenti e preparate.
Tuttavia, anche tenendo conto di tutto ciò, appare del tutto evidente la profonda inadeguatezza a governare crisi che emerge in svariate istanze, a livello locale, nazionale e internazionale. Questa inadeguatezza non è certo dovuta a una carenza di competenze nelle nostre società. Fortunatamente ci sono tante persone di altissimo livello, sia professionale sia morale. Eppure, la maniera in cui avviene la selezione per i ruoli decisionali può portare a privilegiare aspetti diversi da capacità e merito. Nell’ambito politico, ad esempio, a volte sembra ottenere consenso chi le spara più grosse o è più abile nel fomentare paura o risentimento. Il problema della selezione effettuata in base a logiche perverse non è però un’esclusiva del personale politico o del settore pubblico, ma si estende anche alle imprese private.
Un lavoro appena apparso in una delle più importanti riviste di economia a firma di Stefano Gagliarducci, dell’Università di Roma Tor Vergata, e di Marco Manacorda, dell’Università Queen Mary di Londra, utilizza un database composto da più di mezzo milione di individui con un qualche ruolo di responsabilità politica, soprattutto a livello municipale, nel periodo 1985-2011. A questo si aggiunge un campione estratto dall’Inps di svariati milioni di lavoratori dipendenti, con informazioni circa occupazione, settore di attività e salario. Utilizzando il codice fiscale riescono a collegare, anche se in maniera imperfetta, lavoratori e rappresentanti politici e trovano che un politico in carica porta benefici in termini di maggiore occupazione e salario più alto per i membri della propria famiglia. Questo è vero in particolare per i settori maggiormente interessati a sussidi e regolazione, come ad esempio l’agricoltura, e per i lavori più remunerativi.
Si tratta solo di un esempio di come in Italia troppo spesso si utilizzino modalità di selezione che portano ad avere persone inadeguate in posizioni di responsabilità. Ne stiamo pagando il prezzo in questo momento e non possiamo più permettercelo per il futuro.
Pubblicato sul Corriere del Trentino e sul Corriere dell’Alto Adige il 15 aprile 2020