Bolzano e la sfida dei talenti: una città che attrae, accoglie e trattiene

di Stefania Baroncelli

delegata dal Consiglio comunale di Bolzano per i rapporti con le istituzioni scientifiche e l’università, professoressa Libera Università di Bolzano (da Alto Adige, 24 Marzo 2025)

Il dibattito sulla fuga dei cervelli o, più in generale, dei talenti, è spesso al centro delle discussioni politiche ed economiche, ma raramente si riflette su un aspetto altrettanto cruciale: l’attrattività delle città nel trattenere e riattrarre i suoi talenti, intesi come lavoratori e professionisti, laureati e specializzati. A Bolzano, come in molte altre realtà europee, questa sfida è particolarmente sentita. L’invecchiamento della popolazione, la competizione tra aziende e istituzioni per professionisti qualificati e la crescente necessità di nuove competenze rendono fondamentale una strategia che rafforzi il suo ruolo come polo di eccellenza per formazione, innovazione e lavoro.

Uno studio presentato a Magdeburgo nell’ambito della rete EUniverCities, a cui il Comune di Bolzano e unibz aderiscono, ha evidenziato alcuni dati significativi. Il 28% dei talenti qualificati arriva da fuori Bolzano. Si tratta di un valore inferiore rispetto a centri competitivi come Rotterdam (48%), Lausanne (51%) e Innsbruck (56%) ma molto superiore ad altre città italiane ed europee (es. Parma 3%, Exeter 10%). D’altra parte, il 47% dei lavoratori qualificati lascia Bolzano, spesso per città come Berlino, Hannover e Monaco di Baviera, dove le opportunità lavorative sono maggiori. Questo tasso di uscita è superiore a quello di Rotterdam (44%) e nettamente più alto di Parma (10%) e Magdeburgo (8%), segnalando la necessità di nuove strategie per trattenere i talenti. In una situazione più agevole si trova Innsbruck, che perde il 59% di talenti ma che ne attrae il 56%.

L’analisi dei dati di EUniverCities dimostra che Bolzano ha una buona capacità di attrarre personale qualificato, ma necessita di strategie più incisive per trattenere i giovani laureati e professionisti poiché molti se ne vanno per studiare o lavorare fuori. Se è vero che l’attrattività di una città dipende soprattutto dalle opportunità di lavoro, l’aspetto economico non è l’unico elemento che spinge i giovani e i professionisti a trasferirsi. La qualità della vita e l’accoglienza sono altrettanto determinanti nella scelta di restare o partire.

Bolzano è da sempre in testa alle classifiche per la qualità della vita, come dimostrano le analisi del Sole24 ore e di Italia Oggi. Per migliorare continuamente la sua attrattività, il Comune di Bolzano ha deciso da tempo di investire risorse e personale nella collaborazione con l’università e nella individuazione di modalità per accogliere al meglio gli studenti, i laureati, e i professionisti in genere, avviando numerosi progetti. Un primo esempio concreto è il progetto Unicity, che ha approfondito la partecipazione della cittadinanza alle politiche pubbliche dal punto di vista giuridico e politico. Un secondo esempio è l’adesione alla rete EUnivercities insieme a unibz, per confrontarsi con esempi virtuosi con altre città universitarie europee.

Questi temi sono stati al centro di una recente audizione che ho tenuto al Consiglio comunale, durante la quale si è delineata la strategia per consolidare Bolzano come polo di sapere e tecnologia, migliorando l’attrattività per professionisti, ricercatori e laureati.

Tra le proposte accolte, si punta a creare spazi di incontro per studenti e giovani professionisti, favorendo la socializzazione e la collaborazione tra diversi settori. Si vuole, inoltre, incentivare lo sviluppo di alloggi accessibili e di qualità per studenti e giovani lavoratori, magari tramite il co-housing, riducendo il costo della vita per chi sceglie di trasferirsi a Bolzano. Il Comune ha già avviato numerose iniziative in questo senso e continuerà a investire su questi servizi in futuro. Ad esempio, ha ridotto l’IMI da pagare nel caso di contratti stipulati con studenti universitari e ha autorizzato la stipula di due convenzioni per la realizzazione di studentati. Certo, lo spazio disponibile nella città non è molto, stretta come è fra le pendici delle montagne, e i costi delle case dipendono da scelte urbanistiche e di gestione del territorio più ampie.

Oltre a trattenere i talenti, la città deve anche riattrarre chi ha studiato altrove. Un primo passo potrebbe essere la creazione di un network per ex studenti altoatesini, che favorisca il ritorno attraverso eventi, programmi di mentoring e percorsi di reinserimento professionale.

Anche l’organizzazione interna del Comune si sta trasformando. Si richiede una maggiore presenza dell’amministrazione nella gestione strategica dei talenti, a partire dalla creazione di un ufficio comunale per i progetti europei e l’innovazione. Questo nuovo strumento faciliterebbe l’accesso ai finanziamenti e rafforzerebbe il collegamento con il NOI Techpark, generando opportunità per studenti, ricercatori e startup. Il Comune sta anche diventando parte attiva nei progetti di ricerca e sviluppo insieme all’università e all’EURAC, ponendosi come punto di riferimento per l’innovazione e la crescita economica della città.

E’ stata accolta anche la proposta di pubblicare un “Welcome Book”, una guida pratica con informazioni su alloggi, servizi e opportunità locali per facilitare l’inserimento di laureati e professionisti. A questo si potrebbe affiancare una Casa Internazionale, un centro di accoglienza per lavoratori provenienti da fuori, che offra assistenza burocratica, corsi di lingua e orientamento nel mercato del lavoro locale.

La sfida non è semplice, ma il futuro di una città non si misura solo in infrastrutture e servizi, bensì anche nella capacità di valorizzare chi la abita e chi viene da fuori per lavorarci. Se Bolzano vuole essere davvero un polo dell’innovazione e della formazione, deve creare le condizioni affinché i suoi talenti non solo vengano o rientrino, ma scelgano di restare.

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