di Federico Boffa e Francesco Ravazzolo (da Alto Adige, 17 settembre 2021)
Le recenti vicende legate al contratto di appalto per il trasporto pubblico locale in Alto Adige, che ha visto fra l’altro l’esclusione dell’attuale gestore SAD dall’assegnazione preliminare dei lotti, con le relative polemiche che ne sono scaturite, mette in luce il ruolo fondamentale, nel nostro territorio così come in tutte le economie occidentali, degli appalti pubblici. La pubblica amministrazione italiana (Stato, regioni, province autonome, comuni e altre amministrazioni) spende in circostanze normali (al netto del periodo del COVID) poco meno del 50% del prodotto interno lordo: praticamente metà della produzione del nostro Paese è intermediata dal settore pubblico. Una frazione della spesa pubblica copre le spese per i servizi realizzati direttamente da strutture e personale della pubblica amministrazione: ad esempio, quelle per l’istruzione. Per un’altra parte (che in Italia conta per circa il 15% del prodotto interno lordo), invece, la Pubblica amministrazione, che non ha al suo interno competenze e strutture per realizzare direttamente tutti i servizi che vengono erogati per suo conto, ricorre a soggetti esterni, ai quali vengono affidati contratti a valle di gare di appalto finalizzate a scegliere il miglior contraente: ciò accade, fra l’altro, nei settori della costruzione delle infrastrutture e nei servizi di trasporto, due settori fondamentali per garantire un diritto fondamentale, quale quello al movimento, ai cittadini.
L’appalto ha una storia molto antica: i pubblicani, spesso menzionati nei Vangeli, avevano in appalto la riscossione dei tributi nelle province dell’Impero romano. Si trattava di un’attività troppo complessa per poter essere efficientemente gestita a livello centrale dalla burocrazia imperiale. E prima di loro in Egitto era in vigore un sistema simile di gare per la riscossione dei tributi. Da sempre, ma in particolare al giorno d’oggi, le procedure d’asta sono complesse. Capire come scegliere un contraente non è facile. Consideriamo l’esempio della gestione di un servizio di trasporto pubblico locale. Non basta privilegiare chi si offre di erogarlo al minor prezzo, ma occorre assicurarsi, per quanto possibile, che il contraente sia capace e affidabile, in grado, cioè, di realizzare un servizio puntuale e apprezzato dagli utenti per tutta la durata del contratto: in altre parole, che l’offerta sia nel suo complesso economicamente più vantaggiosa. Ciò richiede che la gara di appalto sia concepita e gestita da professionalità particolarmente formate e qualificate: sono infatti i dettagli nelle regole delle gare e dei successivi contratti a fare la differenza. In mancanza di ciò – e lo vediamo negli appalti per la costruzione e la gestione di un’infrastruttura, per esempio un’autostrada – aumenta il rischio di danni all’utente finale, tra cui ritardi e rinegoziazioni al rialzo del prezzo originariamente stabilito nell’appalto una volta che i lavori sono iniziati. Sia il concepimento della struttura della gara d’appalto, sia l’interazione fra l’amministrazione e l’impresa vincitrice sono dunque attività tanto delicate quanto fondamentali per l’efficienza della spesa pubblica e, a cascata, per la ricchezza del Paese e il benessere dei cittadini.
L’importanza di una pubblica amministrazione competente in tema di appalti è ulteriormente suffragata da recenti studi economici, che mostrano quantitativamente i suoi impatti economici di lungo periodo. Il tema degli appalti è dunque paradigmatico delle sfide che la crescente complessità dell’economia pone ai cittadini e ai governi. E un’alta e finalizzata formazione è il miglior strumento a disposizione della pubblica amministrazione per vincere questa sfida.