di Mirco Tonin
I temi legati alle grandi infrastrutture dei trasporti sono sempre di grande attualità, ne sono un esempio la questione dell’aeroporto di Bolzano, dell’autostrada Valdastico, del completamento della tratta veneta dell’alta velocità. Migliorare la connettività può avere effetti importanti non solo sul flusso di merci o per l’accessibilità da parte dei turisti, ma permette anche ad una località di avere accesso ad un pool di talenti più ampio, con importanti conseguenze per il tessuto produttivo. Questo è cruciale per territori in cui il mercato del lavoro locale è di dimensioni limitate, rendendo quindi difficile trovare in loco le professionalità richieste da imprese e istituzioni pubbliche come ad esempio gli ospedali.
Non si tratta di una possibilità solo teorica. Uno studio recente di Audinga Baltrunaite, giovane economista della Banca d’Italia e, viste le origini lituane, raro esempio di «afflusso di cervelli», mostra come l’apertura delle linee dell’alta velocità ferroviaria in Italia, migliorando la connessione tra varie aree del paese ha provocato un cambiamento significativo nella composizione dei consigli di amministrazione delle aziende localizzate nelle aree interessate dalla nuova infrastruttura. In particolare, diminuisce la presenza di famigliari o conoscenti del proprietario dell’impresa e aumenta quella di membri esterni (e di donne), presumibilmente capaci di portare all’interno dell’azienda esperienze e punti di vista nuovi.
Non si tratta di un beneficio da sottovalutare. Un altro studio di una giovane economista, Michela Giorcelli, dell’Università della California di Los Angeles, mostra come l’essere esposti a pratiche manageriali innovative porti degli effetti positivi sulla produttività che durano per decenni. Durante gli anni Cinquanta, come parte del Piano Marshall, varie migliaia di aziende italiane erano state selezionate per ricevere macchinari statunitensi a condizioni di favore o per dei viaggi di studio di alcuni mesi da parte dei loro manager, con visite a realtà produttive americane e attività di formazione. A causa di tagli di bilancio, il programma venne poi implementato solo per 800 imprese circa. La comparazione delle imprese effettivamente beneficiarie con quelle la cui partecipazione era stata cancellata, permette di mostrare come il trasferimento di tecnologia sotto forma di macchinari sia utile a migliorare la produttività, ma solo temporaneamente. L’effetto dell’esposizione a tecniche di gestione all’avanguardia è stato invece molto più persistente, portando ad un aumento della produttività del 50% in 15 anni, contestualmente ad un aumento del fatturato e dell’occupazione.
Le infrastrutture dei trasporti portano dunque a una maggiore apertura, la quale a sua volta può contribuire a migliorare gli standard di vita. Si tratta di un aspetto da prendere in considerazione quando si valutano i costi e i benefici di queste opere.
Pubblicato sul Corriere dell’Alto Adige e sul Corriere del Trentino il 14 giugno 2019.