di Mirco Tonin
Il mercato del lavoro altoatesino si trova in una condizione apparentemente paradossale. A una situazione rosea di sostanziale piena occupazione corrisponde una dinamica salariale che non riesce a compensare l’inflazione, con gli stipendi reali nel settore privato — e quindi il potere di acquisto — in diminuzione del 2% nel periodo 2010-2015, come riportato dall’Astat. Non si tratta di una peculiarità locale: la «ripresa senza crescita salariale» rappresenta un tema discusso a livello globale. I salari reali diminuiscono perché la crescita di quelli nominali è inferiore all’aumento del livello dei prezzi. Per invertire la tendenza è possibile agire su entrambi i fattori. Partendo dai prezzi, è evidente come l’Alto Adige abbia un tasso di inflazione persistentemente superiore alla media nazionale: l’ultimo dato, quello di settembre, ci mostra un’inflazione su base annua del 2% per Bolzano, a fronte di un valore medio nazionale dell’1,1%. I settori con incrementi maggiori sono i servizi ricettivi e di ristorazione (+4,5%) e i prodotti alimentari (+3,2%). Le forze che spingono gli operatori economici ad aumentare i listini sono molteplici, ma una possibile leva di politica economica riguarda il livello di competizione: maggiore è la concorrenza, minore è la capacità di aumentare i prezzi. Ciò vale non solo per gli esercizi che vendono direttamente ai consumatori finali, ma anche per i fornitori di beni intermedi. Una maggiore competizione nel mercato degli spazi commerciali, ad esempio, dovrebbe moderare il costo degli affitti per i commercianti, i quali — se a loro volta si trovano in un mercato competitivo — tenderanno a passare i risparmi ai clienti. L’altro elemento costitutivo della retribuzione reale è ovviamente la crescita salariale. Anche in questo caso si tratta di un fenomeno che dipende da molteplici concause, quali, ad esempio, il livello di contrattazione. Il fattore determinante nel lungo periodo, però, è sicuramente la produttività che, a sua volta, dipende dalla capacità di innovazione, sia tecnologica sia organizzativa e manageriale. L’apertura del Parco tecnologico rappresenta un elemento importante da tale punto di vista, anche se si tratta di un intervento il cui effetto sarà visibile solamente nel medio-lungo periodo. La questione delle politiche per sostenere la crescita della produttività è dunque centrale ed è positivo che l’Istituto promozione lavoratori abbia scelto per l’anno 2018 come tema proprio il «Lavoro 4.0».
Pubblicato il 4 Nov 2017 sul Corriere dell’Alto Adige