Di Mirco Tonin
A settembre in Trentino Alto Adige si terranno le elezioni comunali, rinviate a causa del Covid-19. In questi giorni, quindi, si assiste alla definizione delle liste che dovranno supportare i vari candidati alla carica di primo cittadino. Anche la campagna elettorale si è messa in movimento con la presentazione, da parte delle prime forze politiche, delle proprie proposte per la gestione futura di città e paesi e critiche alle proposte degli avversari o, spesso, direttamente agli avversari. È normale che il confronto possa essere vivace e anche aspro, ma non si deve dimenticare che quello che viene detto può influenzare l’attitudine e i comportamenti al di fuori dell’agone politico, con effetti potenzialmente molto negativi per la vita delle persone.
Un esempio particolarmente preoccupante emerge da uno studio appena apparso a firma di Emanuele Bracco, Maria De Paola, Colin Green e Vincenzo Scoppa. Lo studio usa i dati raccolti su circa 750.000 alunni di quinta elementare in occasione dei test ministeriali INVALSI del 2014 e 2015, in cui erano presenti domande anche su vari aspetti del bullismo, dalla presa in giro fino all’aggressione fisica. In aggregato, circa il 21% degli studenti dichiarano di essere vittime di bullismo almeno settimanalmente, mentre quasi l’8% ammette di compiere atti di bullismo.
I test vengono effettuati nella prima settimana di maggio e a fine maggio si sono svolte sia nel 2014 sia nel 2015 elezioni amministrative in media in un quarto dei Comuni. Quello che emerge è che nei municipi in cui è in corso la campagna elettorale e in cui vi è un supporto significativo per la Lega Nord, vi è un aumento considerevole del bullismo verso i bambini che non hanno la cittadinanza italiana. L’aumento si concentra sui bambini nati all’estero, su quelli provenienti da un contesto socioeconomico disagiato e sulle bambine. Da notare che lo studio non compara semplicemente comuni diversi, ma come cambia il bullismo all’interno dello stesso comune quando c’è la campagna elettorale, rispetto a comuni in cui le elezioni si tengono in un altro periodo o in cui la Lega Nord non è presente. Inoltre, non c’è alcun effetto sul bullismo verso i bambini con cittadinanza italiana.
La retorica accesa rivolta contro specifici gruppi sociali può dunque creare un clima ostile che anche i bambini di quinta elementare percepiscono. Le parole sono pietre, si dice, e a quanto pare è vero non solo in senso metaforico ma pure in qualche cortile di scuola elementare.
Pubblicato sul Corriere dell’Alto Adige il 22 luglio 2020