di Mirco Tonin
In varie parti d’Europa è in corso un acceso confronto su questioni legate all’identità e alla presenza di culture differenti all’interno di uno stesso territorio. Le vicende catalane sono ovviamente in primo piano, ma il dibattito è aperto in molti Paesi, anche a seguito del fenomeno migratorio che porta con sé un aumento della diversità. Diversità che è vissuta da alcuni come opportunità e arricchimento, da altri come fonte di rischi e paure.
L’Alto Adige è da lungo tempo un territorio in cui tali temi sono di particolare rilevanza. Un fattore da tenere in considerazione è quanto la compresenza di vari gruppi linguistici o etnici porti a un effettivo aumento della diversità. Non bisogna infatti dimenticare come individui appartenenti allo stesso gruppo abbiano spesso valori e attitudini anche contrapposte. Un recente lavoro di Klaus Desmet, Ignacio Ortuno-Ortìn e Romain Wacziarg misura il fenomeno utilizzando un’indagine, la World Value Survey, basata sulla somministrazione su scala globale di questionari che spaziano dai valori religiosi all’attitudine verso il lavoro.
Ciò che emerge è come ci siano effettivamente delle differenze culturali tra diversi gruppi linguistici ed etnici, soprattutto in Asia e nell’Africa subsahariana. Al contempo, la parte nettamente preponderante della diversità in termini valoriali è all’interno delle comunità stesse — nell’ordine del 98-99% — e solo la parte residuale è tra le diverse realtà. Il risultato, a ben vedere, non è poi così sorprendente, considerando come l’identità di ognuno si caratterizzi lungo moltissime dimensioni e come l’aspetto etnico o linguistico sia solo una delle possibili componenti. Il profilo professionale, la fede religiosa, gli interessi nel tempo libero oppure la squadra del cuore — solo per fare degli esempi — possono essere altrettanto o più importanti.
In un vecchio romanzo storico-fantastico di Umberto Eco, il protagonista, Baudolino, visita un mondo popolato da creature con caratteristiche fisiche diversissime, che tuttavia non vengono riconosciute come tali, mentre ci si divide aspramente sulla base delle diverse interpretazioni della Santa Trinità. Anche se in alcune circostanze o periodi storici possa apparire centrale una specifica dimensione (vedi il sentirsi o meno catalano, l’essere o meno immigrato), il racconto di Eco ci ricorda come si tratti in ogni caso non di un fatto naturale, ma sempre di una scelta.
Pubblicato il 27 ottobre 2017 sul Corriere dell’Alto Adige